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Libri | Presentato “Il diritto e il rovescio dell'arte. Come una premessa” di Tiziana Zanetti

Si è svolta nei giorni scorsi la presentazione del libro “Il diritto e il rovescio dell'arte. Come una premessa” di Tiziana Zanetti, studiosa di Diritto dell’Arte e del Patrimonio culturale e componente INDAC Lombardia. Si tratta di un libro nel quale le questioni giuridiche sono rese chiare e piacevoli da un tono narrativo puntuale, scientifico e sagace, edita da Trarari Tipi Edizioni, collana Lucernaria (124 pagine, brossura, € 18,00) e in vendita sui maggiori store online e nelle librerie che sostengono l’editoria locale e artistica.



Oltre alla Fondazione Sangregorio, organizzatrice dell’iniziativa, l’evento si è svolto sotto il patrocinio dell’INDAC (Istituto Nazionale per il Diritto dell’Arte e dei Beni Culturali) che ha fra i suoi scopi principali la tutela e la valorizzazione del nostro prezioso e delicato patrimonio culturale. Un patrocinio importante, perfettamente coerente con la prospettiva culturale e giuridica del volume e delle riflessioni proposte durante l’incontro.

L’arte è molto più di quel che vediamo. «Oltre al soggetto, alla tecnica, alla composizione, al colore… c’è un’altra dimensione, a volte registrata sul retro dell’opera (più facile immaginare la questione per un dipinto) che testimonia la sua vita, la sua provenienza ovvero le vicende che, suo malgrado, ha vissuto. Ma il titolo vuol riferirsi anche al diritto dell’arte e del patrimonio culturale, “materia” che viene raccontata attraverso la vita quotidiana, nella sua normalità e nei suoi momenti eccezionali, e al rovescio, il diritto penale, chiamato ad intervenire in caso di furto, ricettazione, contraffazione, esportazione illecita, danneggiamento» dice Tiziana Zanetti.

Dal volume: «La forma del nostro Paese è il risultato “stratigrafico” dei suoi beni di interesse culturale, dei suoi paesaggi, dei loro significati e valori, degli uomini che li hanno compresi, rinnovati (o umiliati) nel tempo, ma anche delle “regole” che si sono dati per difenderli: una tradizione che, nell’attraversamento dei secoli e dei luoghi, parla di bellezza, civiltà, responsabilità (ma anche di sgomento e impotenza di fronte alla barbarie). Una memoria viva che ha plasmato il carattere degli italiani, e prima ancora il loro sguardo, che a volte sembra essersi abituato a tanta ricchezza da darla per scontata. Conoscere le regole della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale può servire a ridestare l’attenzione, a non abbassare mai la guardia. La loro finalità più alta è quella di difendere, vivificare e restituire agli individui un bene che è fonte, tra l’altro, di una joie de vivre intensa e benefica che diventa, per il viaggiatore forestiero attento e curioso che attraversi il nostro Paese, uno dei più cari e introvabili souvenir d’Italie. Si prova a disegnare una cornice, in forma di dialogo interdisciplinare (in uno spazio privilegiato intitolato “Specialmente” che vede l’intervento di diversi professionisti ed esperti) e di esperienza del tutto personale, nella quale collocare alcune questioni, sempre attuali perchè senza risposte ultime e definitive, che sfidano il nostro sguardo e dalle quali dipende il nostro modo di vedere, di percepire e di rapportarci con gli altri e con le “cose” che ci circondano. Si arriva a stabilire che non solo l’arte è molto più di quel che vediamo ma quel che vediamo, tanto più in un Paese come l’Italia, dipende da quel che siamo o scegliamo di essere ogni giorno, come singoli e come comunità. In questa scelta rientrano anche la volontà e l’impegno nel voler conoscere non solo il diritto ma anche il rovescio (ed evidentemente non ci si riferisce solo a quello dell’arte)». La riflessione sul patrimonio culturale deve necessariamente tener conto anche della dimensione internazionale e di quei traguardi fondamentali per il benessere previsti in “Agenda 2030”, come si legge nella Premessa del volume, col contributo prezioso ed autorevole di Leonardo Salvemini, giurista ambientale, avvocato e docente universitario.

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